Dopo aver affrontato in maniera generale alcuni aspetti basilari sull’alimentazione del gatto, andiamo insieme oggi a scoprire nel dettaglio alcune caratteristiche su alcuni conservanti e alcune diciture riguardanti alimenti per cane e gatto da cui sarebbe meglio stare lontano. E’ sempre più sottile il gioco dei distributori di alimenti che molto spesso nascondono conservanti poco salutari o si avvalgono delle sigle numeriche per confondere il consumatore, oltre a produrre alimenti con materie prime decisamente scadenti e prive dei veri nutrienti. Esistono in commercio “alimenti” (se cosi possiamo definirli) che usano vari conservanti, legali nella comunità europea ma illegali in altri paesi del mondo, usati per insaporire alimenti di scarso sapore o alimenti di scarsa qualità, conservanti di basso costo che aiutano il cibo a non diventare rancido ecc.. Ecco alcuni accorgimenti che vorrei condividere con voi. Partiamo da alcuni conservanti considerati non nocivi, ma che ci lasciano sempre qualche perplessità.Il primo della lista è il glicole propilenico che a scarso di equivoci ho controllato più volte e i risultati parlano davvero chiaramente: è l’antigelo usato per le auto. “Ecco la definizione che ho estrapolato da “guida tascabile agli Additivi alimentari” (macro edizioni) “Supporto e solvente per additivi che potrebbe essere utilizzato nel colorante annatto nelle margarine, nel burro e negli oli solubili. Questo additivo è noto con la denominazione ANTIGELO e ce veramente da chiedersi se sia indispensabile visto che è stato medicalmente accertato che bere dell’antigelo può provocare perdita della vista, gravi problemi renali e anche la morte. In laboratorio questo additivo ha causato gravi disturbi del sistema nervoso degli animali. Dato che questo additivo ha provocato disturbi ematologici nei cani e nei gatti è proibito usarlo nei cibi a loro destinati. Ma allora perché è sempre autorizzato nei nostri alimenti, nei nostri cosmetici e nelle nostre medicine??”
Mi sento di aggiungere che l’uso di questo conservante è molto apprezzato dal gatto proprio per il suo sapore e quelloche mi ha lasciato pensare è che soprattutto nel gatto è riconosciuto il più alto rischio di tossicità, ma resta il fatto che questi conservanti sono di libero uso. Altri additivi ampiamente usati nei prodotti secchi per animali ( perché additivi di basso costo) sono il BHA e BHT conosciuti anche come E320 e E321. Il butilidrossianisolo (BHA) e il butilidrossitoluolo (BHT) sono conservanti sintetici vietati in molti paesi, nei loro effetti collaterali possono causare irritazioni agli occhi, alle mucose, alla pelle ritenzione idrica, degradazione della vitamina D e aumento dei livelli plasmatici di colesterolo; insomma chi più ne ha più ne metta.Questi sono solo alcuni degli additivi oggi ampiamente usati nel cibo dei nostri animali, ma la stessa cosa purtroppo vale per i cibi destinati al consumo umano ecco perché viene da chiedersi come sia possibile che nel 2014 esista ancora tutto questo “buonismo” verso sostanze dichiarate pericolose o quantomeno sospette per la salute nostra e dei nostri animali.Come abbiamo visto nell’articolo passato, saper leggere un etichetta può darci sicuramente tante indicazioni sulla qualità del prodotto che stiamo per acquistare, ma non dobbiamo fermarci qui. Entriamo nello specifico dell’etichetta di un cibo secco e possiamo notare altre differenze tra i tipi di carne usate per la preparazione di quest’ultimo. Ecco alcuni esempi riguardanti la fonte proteica principale: la carne
- Ingredienti : farina di pollo, riso macinato ecc..
- Ingredienti : carne disidratata di pollo, riso macinato ecc…
- Ingredienti: carne fresca di pollo, riso macinato ecc…
Anche se la carne compare come primo ingrediente vi sono tre differenze sostanziali:Nel primo caso la “farina di pollo” spesso è sinonimo di scarsa qualità. Ecco cosa riporta il sito dell’ OIPA riguardo alle farine del petfood : Occhi, ossa, piume, becchi di uccello, sangue, intestini, tendini, mammelle, esofagi, legamenti, parti malate, putrefatte o cancerose degli animali macellati: ecco cosa si nasconde nei cosiddetti sottoprodotti presenti nei petfood. Cavalli, elefanti, cani, gatti, volpi, opossum, cervi, serpenti: si può nascondere di tutto dietro la denominazione farina di carne. Negli stati Uniti, dove viene prodotta la maggior parte del pet food, non è vietato riciclare nei mangimi animali domestici cani e gatti eutanasizzati perché malati oppure soppressi nei rifugi per randagi. Il termine farina indica che il prodotto invece di essere utilizzato fresco, viene riciclato. Il riciclaggio e l’estrusione (il metodo utilizzato per ottenere le crocchette) non sempre uccidono gli ormoni utilizzati per far ingrassare il bestiame, né gli antibiotici o i barbiturici. La cottura a temperature elevate può alterare o distruggere il valore nutritivo del prodotto, mentre non elimina del tutto il pericolo di contaminazione da batteri e tossine. Alcuni produttori cuociono il cibo una volta inscatolato, direttamente dentro lattina. Additivi, conservanti, aromatizzanti, antiossidanti, coloranti, apetizzanti: il cibo dei nostri amici pelosi è un insieme di composti chimici, alcuni dei quali molto nocivi. Nel secondo caso ( quello migliore secondo il mio parere) troviamo le carni disidratate che sono composte da le vere carni, ovvero le parti nobili delle carni, quindi senza tutti gli scarti ossa, piume ecc. Le carni fresche rappresentano una buona fonte di proteine e di gusto nella crocchetta ma facciamo attenzione a dove si posizionano le carni fresche perché ricordatevi che le carni fresche vengono cotte e perdono una altissima percentuale di acqua (quasi il 70%).questo è un trucco che i grandi distributori usano spesso per confonderci perché con le diciture “oltre il 70% di carne fresca siamo portati a pensare che la carne sia la base del nostro prodotto mentre invece la nostra crocchetta ha ben poco di quello dichiarato.Continuate sempre a leggere le etichette perché è l’unico modo per comprendere il tipo di alimento che state dando al vostro animale, e fate attenzione agli ingredienti che non conoscete compresi i conservanti che possono portare il vostro animale ad avere seri problemi di salute.
Lo Chef Paolo Lerici
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