Rimango sempre più basito dal comportamento di alcuni veterinari, che sequestrano i propri clienti creando un sistema diabolico di “diagnosi senza alcun senso”.. Anche davanti ai più banali problemi di salute si fanno terapie antibiotiche che potrebbero guarire anche un elefante, terapie che durano settimane e che creeranno prima o poi altri problemi. L abuso di farmaci fa si che il nostro animale “guarisca” in tempi rapidi in modo tale da osannare il nostro veterinario che in realtà si è già preparato le basi per un nuovo problema di salute. Volete un esempio banale?
Tempo fa ragionavo con un nuovo cliente, su alcuni problemi del suo cane, un intestino martoriato da sempre più frequenti diarree e un prurito cutaneo dalle devastanti proporzioni. L unica cosa che sono stati in grado di dire a questa persona è stato quello di prescrivere un alimento medicato per l intestino che avrebbe dovuto mangiare a vita..si proprio così, per tutta la vita e che senza quello non ci sarebbero state speranze ,e per non farci mancare niente, un bel ciclo di antibiotici e del sacrosanto cortisone, che leva tutti i mali del mondo.
Quello che il veterinario però non sapeva è che il cane si alimentava con un cibo secco molto scadente, che beveva saltuariamente del latte e che il pane era abbondantemente elargito senza una fine! Se fosse stato leggermente più scrupoloso avrebbe forse prescritto una dieta diversa e magari ci saremmo evitati uno stuolo di farmaci che ovviamente mai e poi mai si accompagnano a dei sani fermenti lattici.. sapete perché? Perché l uso prolungato di farmaci senza una dovuta protezione altera l’equilibrio della normale flora batterica intestinale e magari tra qualche tempo si potrebbe ripresentare una diarrea o una bella gastrite no? Ed ecco che così nelle nostre diagnosi senza senso il nostro veterinario entrerà nuovamente in gioco! Diabolico no? Faccio fatica a pensare ad un errore , ma sono più propenso a pensare alla premeditazione.
Il giusto approccio è quello che parte dalla prevenzione , quello che dovrebbe venire prima di ogni altro interesse prettamente economico fatto sulla salute e la vita dei nostri animali. Questo è la parte brutta, ma per fortuna c’è chi ancora lavora con un senso di lealtà e di amore, che al primo posto mette l etica professionale e che si dedica a questo lavoro per salvaguardare il loro benessere e dare a noi la fiducia che spesso manca verso questa figura di estrema importanza..
lo Chef Paolo Lerici
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