Durante le mie conversazioni con proprietari di cani attenti alla salute dei loro amici a 4 zampi mi imbatto e spesso combatto contro moltissimi miti da sfatare , convinzioni indissolubili e radicate nella realtà quotidiana dell’essere umano .
La cosa più assurda e anacronistica che riscontro molto spesso è che tali miti vengono alimentati anche da veterinari ( o sedicenti veterinari ) i quali aggrappandosi alla moda anni 80-90 faticano ad abbandonare le loro radicate convinzioni trascinando in questi vortici di ignoranza e superficialità anche i proprietari dei loro clienti a 4 zampe che ignari e fiduciosi nel camice che vestono seguono le direttive senza battere ciglio.
Uno di questi “ miti da sfatare” ( forse uno dei più comuni e dei più difficili da debellare ) è senza dubbio l’utilizzo del pane secco come metodo di pulizia dei denti.
Lo consigliano allevatori, toelettatori, veterinari, amici di zii, cacciatori e parenti che si professano grandi animalisti ; ma questa pratica trova un reale fondamento ?
Rispondo in maniera diretta e laconica : ASSOLUTAMENTE NO !
Procediamo per gradi e vediamo di capire innanzitutto cosa sia la tanto odiata placca e la differenza con il tartaro .
La placca o anche biofilm dentale è una sostanza opalescente molto adesiva costituita inizialmente. da una matrice glicoproteica TOTALMENTE ASETTICA che a sua volta ingloba, in uno step successivo, diverse popolazioni batteriche ( normalmente presenti nel cavo orale ) facenti parte di quella che viene definita flora batterica orale.
Queste popolazioni batteriche si nutrono per crescere e proliferare di ZUCCHERI .
Successivamente questo biofilm, accumulato negli spazi interdentali e sottogengoivali , se non rimosso meccanicamente, si cristallizza dando origine al tartaro.
Il tartaro è quindi il risultato della maturazione della placca e a causa della sua natura ruvida favorisce a sua volta l’adesione di batteri a denti e gengive.
Vi ricordo inoltre che la formazione del tartaro può dare origine nel tempo ad antipatiche e pericolose malattie del cavo orale quali gengiviti e paradontiti.
Il tartaro una volta formato è facilmente riconoscibile. Vi basterà alzare il labbro del vostro cane ( assicuratevi di avere entrambe le mani alla fine di questa operazione ) e osservare la superficie dentale di entrambe le arcate.
Il tartaro lo riconoscerete come una matrice dura e giallognola ( il colore vira dal giallo al marrone in base a quanto tartaro si è depositato e da quanto tempo ) adesa ai denti ed impossibile da rimuovere con un spazzolino o un fazzoletto.
Difatti una volta che il dente viene colonizzato dal tartaro la sola soluzione possibile è la rimozione fisica tramite detartrasi effettuata SOLO ED ESCLUSIVAMENTE dal veterinario ( generalmente previa anestesia totale del soggetto ).
Vi chiederete , ma se sono gli zuccheri ad alimentare i batteri perché dovrei preoccuparmi del pane ?
La risposta è moto semplice : il pane è un alimento che vanta tra gli ingredienti base farina e acqua e la farina è a sua volta costituita da polisaccaridi ovvero dall’insieme di più unità di zuccheri semplici.
Ecco quindi che il pane è da considerarsi un alimento costituito dai tanto temuti ZUCCHERI ( più altri nutrienti ) e quindi diventa fonte di nutrimento per i tanto temuti batteri che popolano il cavo orale .
Il mito che stiamo affrontando recita il seguente dogma : do al cane il pane secco perché masticandolo i denti si puliscono dalla placca .
BOLLINO ROSSO amici miei.
In realtà appena il pane secco viene addentato dai vostri amici a 4 zampe si bagna di saliva e, nonostante il contenuto salivare del cane sia privo di enzimi digestivi ( contrariamente a quello umano), si ammorbidisce creando una sostanza estremamente appiccicosa che aderisce ai denti e si insinua tra gli spazi intergengivali e sulla superficie di molari e premolari e relativi incavi.
Questa sostanza pastosa viene poi utilizzata , come spiegato precedentemente , dai batteri presenti nel biofilm principalmente Gram-positivi come ad esempio Streptococchi e Gram-negativi per proliferare aumentandone il metabolismo.
Ma se ancora non vi ho convinti con la mia spiegazione e pensate che vostro cugino abbia tuttavia ragione proviamo a cimentarci con un semplice test .
L’esperimento è semplicissimo : vi invito a prendere un pezzo di pane secco o per comodità un cracker o un grissino e provate a masticarlo. Attendete e valutate se vi aiuta più dello spazzolino nella rimozione della placca o se anzi si deposita sui vostri denti dando origine ad una patina fastidiosa e a lungo anche maleodorante. Sono certa che dopo qualche ora avrete voglia di lavare i denti e di rimuoverla .
Bene lo stesso avviene con i vostri amici a 4 zampe.
Attendo quindi lo zoccolo duro tra voi lettori che mi porterà l’esempio dei cani da caccia di zio Carmelo che avevano denti bianchissimi e che hanno sempre mangiato rosette e filoncini come se non ci fosse un domani.
Ed ecco la mia risposta . Ogni individuo è un caso singolo , la formazione della placca nei cani ha sicuramente fattori predisponenti quali : razze maggiormente colpite, alterazioni della flora batterica orale, alterazioni del PH salivare, disturbi funzionali quali malocclusioni dentali e prognatismo , ereditarietà e fattori scatenanti sistemici ( malattie ed infezioni ) .
I cani inoltre , per loro natura, tendono a non masticare e utilizzano la saliva per inglobare e facilitare la deglutizione. Tra i cani che maggiormente manifestano questi comportamenti alimentari troviamo proprio i cani cosiddetti da caccia ( cocker , breton, pointer etc ) ed ecco quindi che non mi stupisco assolutamente se la muta di zio Carmelo ha sempre avuto denti pulitissimi. Non dimentichiamo inoltre che esiste anche madre natura che dona enormi risorse ai nostri amici a quattrozampe.
Vediamo quindi cosa possiamo utilizzare per mantenere i denti dei nostri compagni in salute e soprattutto liberi dal tartaro.
VADEMECUM PER LA PULIZIA DENTALE:
- una buona igiene orale parte sempre da una sana alimentazione quindi smettiamo di elargire da tavola biscotti burrosi , pane, pizza, cracker e grissini ! Il primo passo è regolare l’alimentazione del nostro cane secondo la specifica natura etologica della specie .
- Utilizzate masticativi consoni e realmente efficaci in grado di rimuovere tramite azione meccanica la tanto temuta placca. Quelli che mi sento di consigliarvi sono ovviamente naturali al 100 % e provengono dal mondo dell’essiccatura naturalee sono : i nerbi di bue e le trachee di manzo . La loro natura resistente e cartilaginea permette una lunga masticazione che deve essere preceduta dall’azione erosiva e inglobante della saliva. Il cane masticando il nerbo sarà occupato per molto tempo e questa attività massaggerà gengive e superfici dentali facilitando l’eliminazione della placca ( donando inoltre un senso di piacere al cane grazie al relativo rilascio ormonale conseguente alla masticazione )
- Pulire quanto più possibile i denti dei nostri amici a 4 zampe aiutandoci con i ditali specifici oppure avvaletevi del primo vero e proprio dentifricio enzimatico spray che in pochi secondi vi libererà dal problema accumulo placca limitando la manipolazione sul cane ( spesso non gradita )
- In caso di gengive infiammate Sio possono effettuare toccature locali ( tramite un cottonfioc , sempre che il vostro amico a 4 zampe ve lo permetta) con una soluzione di acqua , calendula e propoli in estratto idroenzimatico . La calendula infatti per uso topico possiede una buona attività antinfiammatoria, antibatterica e antivirale contribuendo così alla guarigione di microferite grazie ad un’azione cicatrizzante ad opera di un pool di flavonoidi. La propoli infine , come era già noto alla tradizione popolare, possiede attività antibiotiche , batteriostatiche e battericide
Spero di essere stata esauriente e precisa nello spiegare perché in effetti il pane non è il migliore alleato della pulizia dentale e cosa invece possiamo utilizzare per ovviare al problema dell’accumulo della placca dentale. Se avete ancora domande in merito non esitate a contattarmi tramite il modulo contatti del sito www.chefa4zampe.com
Valentina Vivaldi
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